Storia
di Capitello
attraverso i suoi monumenti
Il
territorio di Capitello, come quello di tutto il Comune, faceva
parte del feudo dei Carafa della Spina, Conti di Policastro.
Essendo questa infestata dalla malaria, i Conti risiedevano a
Capitello per molti mesi dell'anno, avendo qui un discreto
palazzo, che oggi, dopo tante trasformazioni, accoglie un Asilo
infantile ed un Istituto educativo-assistenziale.
Sulla porta d'ingresso del giardino antistante detto edificio
c'è una lapide, già rimossa dalle mura del palazzo stesso. Vi
si legge un'epigrafe, che risente di altezzosità e di
prepotenza:
"Non t'alletti, o pirata
il bel terreno
simbol di Carafa
poichè una Spina il guarda
e se impiagò beltà divina
trafigger saprà meglio un mortal seno"
(1645)
Una delle colline è denominata "Castellaro": vi sono i
ruderi di un antico castello, costruito da Ruggiero I, fratello
minore di Roberto il Guiscardo, con il concorso di Ruggiero
d'Apulia, figlio di Roberto con inizio intorno al 1055; è citato
nel 1077.
Nel "Castellaro" si ha lo stesso sistema difensivo,
molto importante per i Normanni: i primi ostacoli fortificativi
incominciano a 300 metri; il "maschio" è, in tutte le
fortificazioni, nel linguaggio normanno e postnormanno, la parte
più forte, e costituisce l'ultimo rifugio che può resistere,
quando tutte le altre fortificazioni cedono [...]
Su di una piccola altura, all'ingresso del paese, provenendo da
Villammare, si erge prestigiosa la torre-fortilizio del
Cinquecento [...]
Considerevole è un arco del Seicento nell'ex villa Carafa;
evidentemente era l'accesso principale della tenuta [...]
Titolare della Chiesa parrocciale è S.Ferdinando Re; la scelta
di questo Santo venne fatta in omaggio a Ferdinando di Borbone,
re di Napoli, che, a richiesta, offrì un congruo contributo per
la costruzione del tempio [...]
Nel perimetro urbano vi è pure un'altra chiesa, dedicata a
S.Antonio di Padova, patrono del paese, solennemente festeggiato
il 13 giugno.
[tratto da "Il Go •lfo di
Policastro" di Mons. Luigi Tancredi (1975)]

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